
Mostri lacustri dell'Asia paleartica

AGGIORNATO AL 5 MAGGIO 2014
In un precedente articolo dedicato al mostro lacustre per antonomasia, abbiamo potuto appurare l'enorme paradosso che vede da un lato un elevatissimo numero di presunti testimoni oculari, e dall'altro un lago molto conosciuto, visitato ed esplorato in ogni sua parte, le cui risorse ittiche non potrebbero permettere il sostentamento di grandi predatori. Si potrebbe così essere portati a pensare che se proprio esistono grossi animali lacustri ancora sconosciuti, questi ultimi debbano più verosimilmente abitare specchi d'acqua piuttosto remoti, grandi e ricchi di risorse alimentari.
I casi che prenderemo ora in esame riguardano alcuni laghi dell'Asia paleartica. Uno di essi, a lungo ritenuto tra i più impressionanti nel dossier dei mostri lacustri, si è in seguito rivelato niente più che una burla, mentre i restanti, tra cui uno molto poco conosciuto, possiedono senz'altro elementi interessanti, anche se, come forse è logico aspettarsi, ben lungi dal potere dimostrare l'esistenza di grandi animali acquatici lacustri...
Il 21 novembre 1964 la Komsomolskaya Pravda riportò un'incredibile intervista al geologo G. Rukosuyev, che era stato alla guida della recente Northeastern Expedition nella Siberia orientale. L'articolo riferiva che giunti sulle rive del remoto e poco conosciuto lago Khaiyr, i locali dissero ai ricercatori che a volte si udivano strani rumori, come di forti tonfi nell'acqua. La spedizione inoltre notò come nel lago non ci fossero pesci e che gli uccelli acquatici erano soliti non posarsi mai sulla sua superficie. Venne così avanzata l'idea che potesse essere la dimora di una sorta di animale sconosciuto. E stando al colorito resoconto, l'incontro con la misteriosa presenza non si fece attendere...
Gladkikh tornò di corsa dagli altri membri della spedizione per avvisarli della cosa, ma quando si recarono sul luogo il mostro era scomparso. Tuttavia alcuni giorni dopo fu osservato da Rukosuyev in persona:
Per anni questo episodio è stato riportato in molti libri dedicati alla criptozoologia e considerato, visti gli illustri testimoni, come uno dei migliori avvistamenti di sempre di un mostro lacustre, eppure le caratteristiche del Lago Khaiyr, lungo 500 metri e profondo appena 7 (si tratta in pratica di una zona di permafrost scongelato), non lo rendono propriamente l'habitat ideale per un grande animale acquatico. La verità venne a galla nel 2007, quando la Pravda pubblicò la notizia secondo la quale una spedizione recatasi sul posto per indagare poco dopo lo svolgimento dei fatti, scoprì che i locali non credevano nell'esistenza di nessun mostro, che i pesci erano effettivamente presenti e che gli uccelli si posavano senza problemi sulla superficie del lago. Inoltre intervistarono direttamente Gladkikh, che si scoprì non essere affatto un biologo (il suo nome non è citato in nessuna pubblicazione russa di biologia e geologia), ma un manovale immigrato ingaggiato dalla spedizione, il quale affermò di avere inventato tutta la storia. Resta il dubbio sul perché Rukosuyev si sia prestato ad inscenare questo siparietto dicendo di avere visto egli stesso il mostro, ma a ben vedere l'articolo non è mai apparso, nelle diverse pubblicazioni che lo hanno citato, nella sua forma originale, quindi non esiste nemmeno la certezza che si fosse trattato di una vera intervista quanto di qualcosa inventato di sana pianta.
Non mancano però episodi apparentemente più interessanti...
Nell'estate del 1953 una squadra di nove geologi guidata da Viktor Tverdokhlebov del dipartimento della Siberia Orientale dell'Accademia delle Scienze russa, intraprese una spedizione a cavallo presso gli allora quasi sconosciuti laghi Labynkyr e Vorota. Otto anni dopo Tverdokhlebov pubblicò il diario di quel viaggio, all'interno del quale si legge quanto segue:
30 MAGGIO
7 GIUGNO
28 LUGLIO
30 LUGLIO
Tverdokhlebov si riferiva all'incontro con un'orca avvenuto nel mare di Okhotsk nel 1945...
Il Labynkyr è un lago d'acqua dolce situato a 5.000 km a est di Mosca, ed è uno dei pochi laghi siberiani a non ghiacciare mai completamente nemmeno in inverno. Sebbene quasi completamente privo di piante acquatiche ospita 13 diverse specie di pesci. E' lungo 13 km e largo circa 3,5 e secondo un luogo comune locale privo di fondamento scientifico, sarebbe collegato al lago Vorota (distante circa 25 km) da un canale sotterraneo. Il Vorota però, sebbene sia assieme al Labynkyr l'unico altro lago della regione ad ospitare il temuto 'diavolo', è lungo appena 3 km e largo 700 metri. Il dubbio che anche la testimonianza di Tverdokhlebov, così come quella di Gladkikh, possa essere il frutto di una burla, risulta così un'eventualità piuttosto probabile.
Ma l'interesse di alcuni scienziati nei confronti di questi misteriosi animali non sembra ancora avere fine. Le ultime, e forse più interessanti, dichiarazioni in merito, questa volta relative al Labynkyr, provengono infatti da Lyudmilla Emelyanova, biogeografa, che alcuni anni fa, durante una spedizione sul campo, registrò delle insolite anomalie...
Ecco finalmente la prova definitiva? Purtroppo non proprio... Come già spiegato nell'articolo dedicato al mostro di Loch Ness infatti, un sonar non fornisce né le esatte dimensioni, né le forme dell'oggetto che rileva. L'unico parametro verificabile è la forza del segnale, cioè il rapporto tra la densità dell'oggetto rilevato e quello dell'acqua, la dimensione dell'oggetto e la sua distanza. La carne dei pesci ad esempio, differisce di poco in densità con l'acqua (tanto che la maggior parte della forza del segnale proviene dal gas contenuto nella vescica natatoria) e crea segnali piuttosto deboli, mentre quelli provocati dai mammiferi marini risultano più forti. Segnali anomali simili a quelli registrati dalla Emeliyanova furono rilevati anche da Adrian Shine durante la famosa Operazione Scandaglio Profondo avvenuta a Loch Ness negli anni '80 e per i quali non è stata ancora trovata una spiegazione. Questo non significa però necessariamente che siano stati provocati da qualche animale sconosciuto. L'atteggiamento della biogeografa russa, che ha detto di volere compiere altre spedizioni in luogo per capire l'origine dei segnali, piuttosto che lanciarsi in dichiarazioni forti sull'esistenza di animali misteriosi, risulta quindi essere quello più scientificamente corretto. Ma alla fine della fiera anche il Labynkyr, come Loch Ness e il Vorota, è un lago troppo piccolo per il sostentamento di una popolazione di grandi predatori...
Nel mese di marzo del 2014 la Società Geografica Russa, la Federazione di Immersione Sportiva e l'Accademia delle Scienze della Siberia organizzarono una spedizione in entrambe i laghi. Gli obbiettivi del difficile viaggio erano quelli di studiarne il sistema idrico per verificare l'ipotesi del collegamento sotterraneo e prelevare campioni d'acqua e di terreno durante il periodo più freddo dell'anno. Ma in attesa della pubblicazione dei risultati dal punto di vista scientifico, questa missione sarà se non altro ricordata per avere stabilito il nuovo record di profondità d'immersione sotto al ghiaccio, visto che Alexander Gubin, a capo della squadra di sommozzatori della spedizione, raggiunse i 59,6 metri. Ma nonostante le ripetute esplorazioni subacque, stando alle parole di Gubin non è stata intravista nessuna creatura anomala in nessuno dei due specchi d'acqua esaminati:
Le creature più grandi individuate (e fotografate) sono state infatti delle bottatrici (Lota lota) di 120 cm di lunghezza, osservate sia in prossimità della riva che fino a circa 10/12 metri di profondità. Purtroppo, anche in questo caso, pare proprio che quando i controlli sono 100, i mostri lacustri sono 0.

Per illustrare l'ultimo caso preso in esame è necessario spostarci dalla Siberia alla Mongolia per recarci verso le sponde dello Hyargas-nuur...
Il lago è situato in Mongolia occidentale, nella parte più settentrionale di quella che è chiamata la Valle dei Grandi Laghi. I numerosi specchi d'acqua della valle sono ciò che resta dal primo Pleistocene (circa 1,8 milione di anni fa), quando una sterminata distesa d'acqua di origine mesozoica ricopriva l'intera area per un totale di ben 92.000 km2. Quando il clima si fece più arido l'immenso bacino cominciò a prosciugarsi formando diversi laghi separati l'uno dall'altro. Durante tutta la sua storia geologica questa zona non fu mai soggetta alle glaciazioni. Lo Hyargas-nuur è il più grande lago della valle, con una superficie di circa 1400 km2, lungo ben 75 km e largo 31. Non esistono dati precisi sulla sua profondità, che è di circa 70 metri a 300 metri dalla riva. L'area circostante è desertica e totalmente disabitata ad esclusione della presenza occasionale di qualche famiglia nomade. Le acque sono salate e il lago è completamente ricoperto dal ghiaccio solo a fine dicembre. Stando a uno dei pochissimi studi pubblicati sulla sua biologia (Dulmaa, 1974), le sue acque sono ricchissime di pesce, ed è stato stimato che potrebbero venirne pescate annualmente dalle 7 alle 10 tonnellate senza inficiare la riproduttività ittica. Si tratterebbe insomma di uno dei pochi laghi sulla Terra che da un punto di vista prettamente alimentare potrebbe davvero ospitare nelle sue acque dei predatori di grandi dimensioni.
Il geologo Vladimir Yarmoliuk, capodipartimento dell'Istituto di Geologia dell'Accademia delle Scienze di Mosca e lo zoologo Valery Nikolayev, nel 1992 pubblicarono un curioso articolo riguardante singolari esperienze avute durante diverse spedizioni sul lago.
La prima ebbe luogo nel 1985, durante una spedizione atta a condurre un'indagine geologica dei monti Altai. Il 5 luglio gli uomini raggiunsero le sponde del lago e vi si accamparono per la notte. Sulla spiaggia, a circa 200 metri dall'accampamento, furono rinvenute strane tracce nella sabbia simili a tumuli a forma di ferro di cavallo. Erano alte circa mezzo metro e larghe 1 metro. La cosa che incuriosì i ricercatori era il fatto che le tracce uscivano dall'acqua. Furono rinvenuti quattro gruppi di tracce e i membri della spedizione non seppero dare una spiegazione per la natura di quest'ultime, ma una sorta di potente ruggito proveniente dal lago verso le 2 del mattino li convinse che la causa potesse essere di origine zoologica.

Il giorno dopo visitarono la ger di un locale presso la costa settentrionale del lago, a cui furono fatte domande sugli animali che lo abitavano. Rispose che nel lago c'erano grossi animali acquatici chiamati "balene" dalla gente del posto, ma che per superstizione nessuno cercava mai di osservare bene. Nel 1987, dal 15 al 21 agosto, un altro gruppo di geologi si accampò sul lago e furono rinvenuti alcuni gruppi delle stesse tracce, alcune di grandi dimensioni e alcune più piccole. La stessa cosa si ripeté nel 1989 durante un sopralluogo dal 13 al 21 luglio. Infine, nel 1990, il lago fu visitato due volte e le sue sponde percorse per tutta la loro lunghezza alla ricerca di tracce.

Queste ultime furono rinvenute, ma erano circoscritte solo a poche zone. Nel 2006 mi trovavo in Mongolia per un viaggio attraverso i Monti Altai e il deserto del Gobi durato circa 40 giorni e questo lago doveva essere una delle tappe da visitare. Ma purtroppo, a causa di problemi di salute, dovetti tornare alla capitale Ulaan Baatar quando ero ad appena due giorni di fuoristrada da esso. E' possibile, che almeno in questo caso, esistano validi elementi per ritenere verosimile l'esistenza di un grande animale lacustre sconosciuto? Purtroppo la risposta, a mio parere, è ancora una volta negativa. Per prima cosa non possiamo sapere se i tre elementi principali, tracce sulla riva, "ruggito" e leggende locali siano tra essi correlati. E in tal caso esisterebbero non pochi problemi da risolvere. Infatti un animale in grado sia di "ruggire" che di approdare a riva, non può in alcun modo essere un pesce, e potrebbe quindi sopravvivere difficilmente nel seppur breve periodo dell'anno in cui il lago è completamente ghiacciato.