I gatti Kellas
Nel settembre del 1999, durante una visita al Museo Reale Scozzese di Edimburgo, potei osservare uno strano gatto imbalsamato di grosse dimensioni e dal manto nero, che mi colpì per la lunghezza dei suoi arti e la grandezza dei suoi canini, ma all'epoca le mie cognizioni di zoologia (e criptozoologia) non erano sufficienti a farmi rendere conto della singolarità di quel reperto e così mi limitai distrattamente a leggere l'etichetta, sulla quale era riportato "Kellas cat".
Con il senno di poi avrei senz'altro avuto l'accortezza di scattare delle fotografie allo strano gatto, che sebbene non abbia nessun valore a livello tassonomico, rappresenta una vera e propria rarità, visto che esistono soltanto altri due felini di questo tipo nei musei di tutto il mondo.
Inoltre, sebbene di secondario interesse in ambito criptozoologico, la storia di questi animali, conosciuti appunto come "gatti di Kellas", merita senza dubbio di essere raccontata...
In Gran Bretagna, all'incirca dalla seconda metà degli anni Settanta, esplose una vera e propria ondata di segnalazioni di quelli che sono stati in seguito definiti come Alien Big Cats, letteralmente grandi felini alieni. L'aggettivo alieno, in questo contesto, è da riferirsi esclusivamente nella sua accezione zoologica, quella che indica cioè un organismo non autoctono e proprio di un altro areale di distribuzione: presunti avvistamenti di puma, linci e persino leoni erano infatti quasi all'ordine del giorno, e continuano con una certa intensità sino ai giorni nostri. In genere tutte queste segnalazioni, se si esclude una femmina di puma catturata il 29 ottobre 1980 presso Cannich, in Scozia settentrionale, si sono sempre concluse con dei nulla di fatto, cosicché inizialmente nessuno prestò troppa attenzione agli avvistamenti di strani gatti neri grandi come volpi che dalla fine degli anni Ottanta erano iniziati a giungere dalla Scozia nord orientale.
Nel mese di giugno del 1984 però uno strano felino fu vittima di una trappola per volpi presso Grantown e il suo cadavere fu in seguito scoperto dal guardiacaccia Ronald Douglas. Si trattava di un maschio adulto lungo 106 cm dal naso alla punta della coda, le cui spoglie furono in seguito smarrite dopo essere state inviate a un tassidermista. Ma nell'ottobre dello stesso anno fu resa nota l'esistenza di un altro esemplare, un maschio imbalsamato di proprietà di Tomas Christie, che era stato abbattuto nel 1983 mentre era intento ad attraversare il fiume Lossie presso il piccolo villaggio di Kellas. Nell'aprile del 1985 un terzo esemplare di quelli che ormai erano divenuti famosi come "gatti di Kellas" fu abbattuto da un guardiacaccia presso Advie, mentre nel 1985 un giovane individuo fu ucciso ancora una volta in prossimità di Kellas.
Nonostante le differenze di taglia dovute alle diverse età e sesso degli animali, tutti questi gatti possedevano caratteristiche simili: testa allungata e retro del cranio piatto, muso relativamente tozzo, orecchie rotonde e prive di ciuffi di pelo alle estremità, canini notevolmente sviluppati e dentizione compatibile con quella del gatto selvatico scozzese (Felis silvestris grampia), ma dotata di due premolari inferiori aggiuntivi. Pelliccia meno folta rispetto a quella del gatto selvatico e di colore nero, ma recante, se esaminata da particolari angolazioni, tracce di striature sul corpo e anellature nella coda, alla stregua di quanto avviene con le pelli dei leopardi e giaguari melanici nelle quali è possibile intravedere le rosette. Chiazza bianca sul torace e vibrisse molto lunghe, coda larga e folta, ma non particolarmente lunga e zampe allungate e sottili. Infine tutti gli esemplari presentavano una corporatura gracile, arti slanciati, un corpo allungato e una testa proporzionalmente piccola. Gli arti posteriori apparivano particolarmente lunghi e muscolosi.
L'esemplare imbalsamato abbattuto a Kellas nel 1983 fu esaminato dalla mammologa Daphne Hills del British Museum e la conclusione fu che si trattava di un ibrido tra un gatto inselvatichito (1) e un gatto selvatico scozzese. Tale tesi fu successivamente confermata nella primavera del 1986, quando una femmina catturata in occasione di un documentario sui gatti di Kellas, fu trasportata presso l'Highland Wildlife Park di Kincraig. L'analisi dei cromosomi di un campione di sangue dell'animale eseguita dal dipartimento di zoologia dell'Università di Aberdeen rivelò che apparteneva ad un ibrido di gatto domestico e gatto selvatico: i gatti di Kellas non erano altro che ibridi introgressivi (2), rappresentati da individui con diversi gradi di somiglianza con i gatti selvatici europei e i gatti domestici.
(1) Un gatto inselvatichito è il discendente di un gatto domestico ritornato all'ambiente naturale.
(2) L'ibiridazione introgressiva è un fenomeno per il quale vi è un passaggio di geni da una specie all'altra.
Alberton, D. (1993), Wild Cats of the World.
Morris, D. (1997), Cat World: A Feline Encyclopedia.
Shuker, Karl (1990), The Kellas Cat: Reviewing an Enigma. Cryptozoology 9: 26-40