
Il puma nero di Puerto Penasco

Con l'estate in pieno corso non sarà improbabile che prima o poi, qualche telegiornale o quotidiano darà la notizia di misteriosi avvistamenti di "pantere nere" in qualche località della penisola. Quando spiego alle persone che nella maggior parte dei casi questi avvistamenti nascono da sovrastime delle dimensioni di comuni gatti domestici, la domanda ricorrente che mi viene posta è la seguente: "ma come è possibile che si possa scambiare un gatto per una pantera?".
Ritengo che nulla possa rispondere a questo quesito meglio dello storico caso del "puma nero" di Puerto Penasco. Stiamo infatti parlando di un avvistamento caratterizzato da una serie di elementi che è alquanto raro trovare tutti insieme in criptozoologia:
- numerosi testimoni coinvolti contemporaneamente, tutti concordi nella descrizione di quanto osservato.
- tre cacciatori esperti, conoscitori delgli animali selvatici, come testimoni principali dell'accaduto.
- testimoni onesti e sinceri.
- tre ottime fotografie molto nitide.
Il 17 ottobre del 1992 tre turisti americani in visita alla città costiera di Puerto Penasco, Messico, osservarono assieme ad un'altra dozzina di persone un grosso felide nero presso le dune dell'area di parcheggio camper nella quale soggiornavano. Furono scattate fotografie di ottima qualità e i testimoni principali, William Crutchley, Don Enos e Peter Krauss erano cacciatori di lungo corso che al loro ritorno a Tucson, Arizona, segnalarono l'accaduto al Dipartimento di Caccia e Pesca, i cui responsabili informarono a loro volta Richard Greenwell, segretario della Società Internazionale di Criptozoologia.
Greenwell era particolarmente interessato all'avvistamento in quanto Crutchley, che aveva osservato puma in natura in svariate occasioni, era convinto che l'animale osservato a Puerto Penasco fosse un puma melanico. Il felide immortalato nelle immagini appariva in effetti troppo gracile per essere un giaguaro (specie i cui casi di melanismo sono documentati ufficialmente), lasciando il puma come il solo candidato possibile tra i grandi felini. Ma nonostante diverse segnalazioni ritenute attendibili (Wright, 1971) ed una fotografia di un esemplare di puma molto scuro ucciso in Costa Rica (Tinsley, 1987), nessun puma nero era (ed è) mai stato zoologicamente "dimostrato".
Interrogato sulle sue capacità di stimare la grandezza degli oggetti dalla distanza, Crutchley rispose che durante una battuta di caccia in Arizona del sud aveva osservato da circa cento metri due cani correre attorno ad un albero, notando che un gatto nero vi si era rifugiato in cima. Con molta sicurezza disse quindi che l'animale fotografato a Puerto Penasco non poteva essere un gatto.
Greenwell, notando che le fotografie dell'animale, seppur nitide, non offrivano nessuna informazione e punto di riferimento per poterne stimare le dimensioni, disse ai tre testimoni che affinché il loro avvistamento fosse potuto essere considerato attendibile, sarebbero dovuti tornare sul posto e replicare la fotografia in condizioni controllate utilizzando un paletto di una lunghezza conosciuta per ottenere una scala precisa.
Cinque mesi dopo, nel marzo del 1993, Enos e Crutchley tornarono sul luogo dell'avvistamento seguendo le indicazioni di Greenwell e il risultato è chiaramente visibile di seguito: le dimensioni le puma nero di Puerto Penasco erano compatibili con quelle di un gatto domestico.

Greenwell, Richard J. (1997-1998), The Big Black Cat of Puerto Penasco. Interdisciplinary Journal of the International Society of Cryptozoology.
Tinsley, JIm Bob (1987), The Puma: Legendary Lion of the Americas. El paso: Texas Western Press.
Wright, Bruce S. (1971), The puma in New Brunswick. Proceedings of a Symposium on the Native Cats of North America: Their Status and Management. Twin City, Minnesota.