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Il gigante di Kyushu

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La misteriosa impronta del "gigante di Kyushu"
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Il gigante di Kyushu

una curiosità geologica dal Giappone
Ritratto di lorenzorossi di Lorenzo Rossi - Gio, 03/05/2012 - 09:30Qui si parla di
La misteriosa impronta del "gigante di Kyushu"

Nel 1986 il primatologo tedesco Holger Preuschoft e il suo collaboratore M. Gunther stavano conducendo uno studio sul campo sull'etologia delle popolazioni dei macachi dalla faccia rossa (Macaca fuscata) presso l'isola di Kyushu. Durante la loro lunga permanenza nella zona, scoprirono per puro caso che su un affioramento roccioso in riva al mare della piccola isola di Koshima, era presente quella che sembrava essere una strana impronta fossile. Di aspetto vagamente umano era lunga più di 40 cm e impressa in sedimenti databili al Miocene medio, circa 15 milioni di anni fa!

Un'impronta del genere non poteva quindi che appartenere a un lontano precursore del ben noto gigantopiteco (Gigantopithecus sp.) risalente dai 6 ai 3 milioni di anni fa. Preuschoft presentò la sua scoperta durante un convengo della Società di Antropologia e di Genetica umana tenutasi a Bochum dal 10 al 12 ottobre 1991 e le sue conclusioni furono sorprendenti: 

Nell'orma del piede si riconoscono le dita, a esclusione dell'alluce, leggermente incurvate, mentre l'alluce stesso è leggermente distanziato e allungato. Il calcagno è molto sottile e ha esercitato una pressione inferiore sul terreno rispetto ai polpastrelli e alle ultime falangi delle dita [...] La disposizione delle eminenze tattili sulla pianta del piede è molto simile a quella delle scimmie che vivono, oggi, nel Vecchio Mondo. Dall'impronta si riesce anche a determinare, senza ombra di dubbio, che la costituzione dello scheletro e la disposizione dei muscoli della pianta del piede somigliano a quelle delle scimmie che vivono al suolo [...] Scimmie con la stessa struttura del piede, in linea di massima, non riescono a camminare bene in posizione eretta. Se questo animale avesse davvero avuto questa abitudine, il tallone avrebbe dovuto lasciare un'impronta molto più marcata. Tuttavia, allo stadio attuale delle conoscenze, è possibile soltanto avanzare delle ipotesi
Preuschoft, 1991

Preuschoft inoltre, oltre a ipotizzare che questo misterioso colosso del Giappone potesse essere un antenato dello yeti (giusto per non farsi mancare nulla), decise di battezzare la sua scoperta attribuendogli il nome scientifico di Pedimpressopithecus japonicus.
Ma perché di una creatura tanto straordinaria non esiste traccia in nessun libro di paleoantropologia? La risposta è molto semplice, il buon Preuschoft aveva semplicemente fatto uno scherzo ai suoi colleghi (ebbene si, ogni tanto anche gli scienziati fanno queste cose)...

Nel 1989 Bernard Heuvelmans, il padre della criptozoologia, informò l'amico Michel Dethier dell'esistenza di questa misteriosa impronta fossile e quest'ultimo decise di rivolgersi personalmente a Preuschoft, il quale gli inviò l'articolo (rimasto chiaramente inedito) che aveva presentato al convegno, dicendogli però, che non avrebbe dovuto prenderlo troppo sul serio. L'impronta del "gigante di Kyushu" infatti, era soltanto uno pseudofossile, la cui formazione era dovuta a fenomeni geologici e non al passaggio di un organismo vivente.

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