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Yes-sin, "l'elefante d'acqua" della Birmania

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Yes-sin, "l'elefante d'acqua" della Birmania

una vecchia leggenda locale riesumata dai social
Ritratto di lorenzorossi di Lorenzo Rossi - Lun, 22/06/2015 - 09:30Qui si parla di

Da sempre e in quasi ogni parte del mondo, quando la fantasia dell'uomo non è stata sufficiente a soddisfare il bisogno delle più disparate leggende relative ad animali dalla natura prevalentemente mitica e immaginaria, tassidermisti e artigiani hanno sopperito manipolando e assemblando uno o più animali in carne ed ossa per ottenere i cadaveri di creature straordinarie.

Oltre al draghetto romano la cui natura più verosimile è stata già affrontata nella pagine di questo sito, esistono anche esempi più famosi come l'americano jackalope, la famosa lepre cornuta, e gli europei "diavoli di mare", pesci dell'ordine dei raiformi abilmente incisi ed essiccati per dare loro una parvenza umanoide.

Ma anche se al giorno d'oggi la maggior parte di queste creazioni sono soltanto curiosità per collezionisti un po' eccentrici, in alcune parti del mondo c'è ancora chi, cercando di spacciarle come prodotti genuini, cerca più o meno spudoratamente di venderle a qualche turista ignaro, o a un locale particolarmente sensibile alle tradizioni...

Qualche giorno fa l'utente Stefano Di Criscio ha portato all'attenzione del gruppo facebook del sito delle curiose immagini che sembravano ritrarre il cadavere di un minuscolo (e deformato) elefante in miniatura interamente ricoperto di pelo. L'autore degli scatti era un tale Ko Ko Maung, che le aveva postate nella pagina The Wildlife Guardians dedicata agli animali:

Stando a questo personaggio, nei fiumi tailandesi esisterebbero rarissimi animali, chiamati elefanti d'acqua, e sfidava gli scettici sull'autenticità del reperto a dimostrare il contrario, previo vendita del simpatico animaletto in suo possesso alla modica cifra di 20.000 dollari. Questo grottesco episodio, pur non avendo molto valore da un punto di vista naturalistico, mi aveva però incuriosito al punto di appurare se nel sud est asiatico esistessero leggende riguardo ai piccoli elefanti d'acqua, inoltre ritengo che quando ci si trova dinnanzi a un falso, è sempre interessante scoprire come questo è stato realizzato. Una breve ricerca mi ha condotto così alla scoperta di un documento che spiega adeguatamente la natura di questi misteriosi elefantini...

Il volume XXXII del 1915 del The Journal of Bombay Natural History Society (potete scaricare le pagine in questione in formato pdf al link presente a fondo pagina) riporta infatti una strana lettera indirizzata ai redattori, la cui traduzione è di seguito riportata per intero:

Una delle leggende più comuni attraverso la Birmania e lo Stato Shan è che esiste un animale chiamato ye-sin o elefante d'acqua. Si tratta di un elefante che vive nei fiumi della Birmania, in tutto e per tutto uguale agli elefanti terrestri tranne per il fatto di possedere la taglia di un ratto. Esercita potere sugli elefanti ordinari e per questa ragione è qualche volta chiamato sin-min (allo stesso modo in cui un gatto che comanda gli altri gatti è chiamato kyanng-min. C'è anche un gatto che comanda le tigri ed è conosciuto come kya-min. Entrambi questi "gatti" sono specie di genette). Se un elefante muore attraversando un fiume, si dice sempre che è stato per via del potere dello ye-sin. Nel fiume Sittang si dice che gli ye-sin sono molto pericolosi. Di recente un elefante è morto presso Pegn. Un birmano mi disse che dopo essere morto, le impronte di uno ye-sin furono ritrovate dentro alle impronte dell'elefante lungo la riva del fiume. Un europeo stanziato a Tonngoo, qualche anno fa mi disse di avere visto uno ye-sin e che non aveva dubbi riguardo all'esistenza dell'animale (avevo sempre pensato che l'origine di questa leggenda fosse il tragulo maggiore). Circa una settimana fa una signora birmana mi disse di avere acquistato da una donna uno ye-sin per 5 rupie. Chiese alla donna come ne fosse entrata in possesso e le rispose che un anziano pescatore birmano che trasportava una borsa andò a casa sua chiedendole un bicchiere d'acqua. Gli diede l'acqua e gli chiese cosa conteneva la sacca. Le rispose di essere un pescatore e di avere catturato un elefante d'acqua nelle sue reti. Era sopravvissuto per tre giorni dopo la cattura. Voleva venderglielo per 25 rupie, ma era riuscito ad ottenerlo per 5. Ve lo invio tramite raccomandata. Credo che sarete d'accordo nel ritenerlo un falso molto ingegnoso. Le zampe, proboscide e la coda sono piuttosto scadenti, ma per il resto è molto simile a un elefante. E' realizzato sufficientemente bene per ingannare chiunque vuole credere all'esistenza di questo animale. Si dice che questo esemplare sia l'unico completo. Nella maggior parte degli ye-sin le gambe e il corpo sono assenti. Sarei molto lieto se mi metteste a conoscenza di quale animale è stato utilizzato per realizzarlo e se lo rispediste all'indirizzo allegato perché il suo attuale possessore lo considera molto prezioso e mi ha consentito di spedirvelo soltanto a condizione che ritornasse indietro intatto. Ho accluso il suo nome e indirizzo e vi chiedo di essere così gentili da rispedirglielo indietro.
S.F. Hopwood, I.F.S, 1915
Lo ye-sin inviato da Hopwood all'attenzione del The Journal of Bombay Natural History Society

Sempre sullo stesso numero della rivista, apparve però anche un'inequivocabile soluzione del "mistero"...

L'elefante d'acqua è una meravigliosa rarità. E' realizzato con il corpo di uno scoiattolo le cui mani e piedi vengono tagliati all'altezza delle articolazioni per dare l'apparenza di piedi rotondi come quelli dell'elefante. L'intero corpo viene accorciato pressando i quarti posteriori per realizzare la schiena ricurva da elefante. Sulla parte del muso viene applicata una proboscide realizzata con della pelle e ai lati della testa due orecchie costruite con lo stesso materiale. I denti vengono estratti e due zanne realizzate con ossa o avorio sono inserite ai lati della proboscide
da The Journal of Bombay Natural History Society, 1915

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