Descritto il "tapiro pigmeo" di Roosmalen
I lettori del sito hanno già fatto la conoscenza del discusso zoologo da campo Marcus Van Roosmalen, e di alcune delle specie controverse da lui descritte (qui e qui). Tra queste figura anche un tapiro pigmeo di pianura, che Roosmalen descriveva come più piccolo del noto tapiro del Sudamerica (Tapirus terrestris), di colorazione nera, apparentemente circoscritto al basso e medio bacino del Rio Aripuana e conosciuto dalle popolazioni locali con il nome di anta pretinho (piccolo tapiro nero).
Sulla base di un cranio completo di una femmina adulta uccisa e mangiata dai cacciatori del villaggio di Tucunaré e di osservazioni dirette sul campo, Roosmalen aveva suggerito per la nuova specie il nome di Tapirus pygmaeus (tapiro pigmeo, si tratta infatti, con i suoi 100 kg, della più piccola specie conosciuta). Le misurazioni morfometriche del cranio, paragonate a quelle effettuate su dieci campioni di tapiri del Sudamerica, erano, secondo Roosmalen, una prova evidente della validità dello status di nuova specie del tapiro pigmeo, ma il mondo accademico rifiutò tale asserzione, ascrivendo il presunto nuovo taxon all'interno della variablità del Tapirus terrestris.
Recentemente però, Mario A. Cozzuol e collaboratori, hanno pubblicato sul Journal of Mammalogy la descrizione di una nuova specie di tapiro che corrobora in tutto (a parte l'areale di distribuzione, rivelatosi più ampio) le conclusioni di Roosmalen.
Cozzuol però, pur abbracciando l'utilità delle testimonianze dei nativi per quanto riguarda la scoperta di nuove specie, all'interno del suo articolo non cita minimamente Roosmalen, ma la paternità della scoperta, nonché l'attribuzione del nome della nuova specie, dovrebbero invece spettargli di diritto. Il nuovo tapiro è stato infatti battezzato Tapirus kobonami, dal termine utilizzato per indicare il tapiro nell'area dell'Amazonas meridionale, dove l'equipe di Cozzuol ha raccolto l'olotipo della specie.
Ma tralasciando questa battaglia tra uomini, che ad ogni modo ritengo giusto che vada combattuta, la cosa più importante rimane la salvaguardia della biodiversità e la sempre maggiore consapevolezza, da parte del mondo accademico, dell'importanza delle indagini delle prove circostanziali. Le dichiarazioni di Cozzuol in tal senso non lasciano davvero dubbi di sorta: